L’ astrologia affonda le sue radici nella notte dei tempi. Ma quand’è che è diventata così popolare? Questa nuova ondata è molto più recente. Chissà che non indichi proprio l’avvento dell’era dell’acquario, la new age – iniziata o imminente – che è stata annunciata più volte negli ultimi 150 anni. Google Trends non registra un incremento della ricerca di termini come “astrologia” o “oroscopo”, anche se costantemente elevata. Ma se si cercano concetti più ‘memizzati’, quali “mercurio retrogrado”, “segno lunare” o “virgo personality”, si nota un aumento a partire dal 2016 e uno ulteriore a inizio 2020. Indizio questo di una particolarità del caso: i singoli contenuti circolano sempre di più, ma non molti si chiedono senso, scopo e provenienza dell’astrologia.
In realtà, del tema hanno parlato, negli ultimi cinque anni, Atlantic, New Yorker, New York Times e altri. Citandosi costantemente a vicenda, questi articoli danno l’impressione che il fenomeno sia stato notato e analizzato. In realtà si tratta di pochi casi. Forse perché non c’è molto da dire? Comunque sia, suggeriscono il 2017 come momento di svolta. Ricordo di aver notato il ritorno dell’astrologia nelle conversazioni quotidiane già nel 2016. Rob Breszny aveva ormai oscurato Paolo Fox e ne aveva spazzato via la patina di vecchiume. L’astrologia si era già trasferita da Rai2 a Internazionale, dalle villette di Voghera a quelle del Pigneto, per vivere una nuova giovinezza.
Il motivo? La vulgata dice che dipende dal momento di crisi vissuto dai millennial, così affermano i suddetti articoli, scritti infatti da ‘giovani’ con una certa confidenza con l’oroscopo. La crisi economica, ambientale, politica (l’ascesa di Trump viene citata molto più di quello che ci si potrebbe aspettare) spingerebbe a cercare risposte meno razionali al caos del mondo attuale. Un meccanismo simile avrebbe avuto luogo anche nel 1930, quando l’oroscopo fece il suo esordio su un quotidiano, e negli anni Settanta, gli anni d’oro del New Age: due periodi che corrispondono ad altrettante crisi economiche e politiche mondiali. Nel suo ultimo libro, Astrologia, la fumettista Liv Stromquist vede l’astrologia come un meccanismo di adattamento all’incertezza cronica della vita: funziona sia come difesa narcisistica – spostare la responsabilità dei problemi dall’individuo all’esterno – sia come modo per canalizzare l’ansia nelle regole e nella routine dell’oroscopo. Quello che si chiama un meccanismo di coping.
Sono almeno altri due gli argomenti usati per spiegare il fenomeno. Il primo è il narcisismo, la voglia di parlare e analizzare continuamente se stessi. In realtà si tratta di una tendenza più che secolare: il padre della sociologia Émile Durkheim sosteneva a fine Ottocento che la secolarizzazione dell’Occidente avesse lasciato spazio a un nuovo culto, quello dell’individuo. In seguito, il Novecento è stato definito il secolo del sé. Il critico culturale Christopher Lasch vedeva nel passaggio dai gruppi radicali degli anni Settanta ai movimenti spirituali un segno della cultura narcisistica, la quale, lasciando da parte negli anni Ottanta l’impegno sociale, finì per focalizzarsi sul benessere del corpo e della mente. Il mindset terapeutico, come lo chiama, è infatti al centro di una storia contemporanea dell’astrologia. Il secondo argomento riguarda i social media, che hanno aggravato la malattia narcisista. Il proliferare di app, marketing e prodotti culturali basati sull’oroscopo ne sarebbe la conseguenza logica. L’indistinzione tra ironia e non-ironia, caratteristica decennale della cultura online, farebbe da perfetto incubatore per l’adozione di idee eccentriche.
Secondo la vulgata, il momento di crisi vissuto dai millennial spingerebbe a cercare risposte meno razionali al caos del mondo attuale.
I motivi sono validi, ma manca il punto fondamentale per rimettere tutto in prospettiva. Siamo sicuri che l’astrologia affondi le sue radici nella notte dei tempi? In realtà no, specialmente per quanto riguarda quella praticata e predicata oggi. È stata chiamata psicoastrologia, astropsicologia, astrologia psicologica, ma tutti la conoscono come astrologia pura e semplice, perché si tratta dell’astrologia dei media, quella della modernità. L’astrologia della personalità nacque durante la seconda rivoluzione industriale e l’oroscopo fondato sul segno solare, quello che oggi ognuno sa, venne popolarizzato dai quotidiani solo a partire dagli anni Trenta, all’epoca una novità assoluta (non solo per il pubblico, ma anche per l’astrologia stessa).
Oggi, l’astrologia della personalità è diventata ancora più profonda. È il suo carattere introspettivo che attira tanti nuovi adepti, non certo quei sottopancia di Telesia dove scorrono i punteggi dei segni zodiacali: quattro stelline in amore, tre per la salute, un pallino per il lavoro. Chi li guarda? In metro, è più probabile che io stia guardando sui social frasi motivazionali, consigli di accettazione, ritratti, meme, sicuramente più in linea con l’estetica e la sensibilità attuali (basta vedere com’era non così tanti anni fa). L’astrologia conosce il comportamento tipico di ogni segno zodiacale. Aiuta a capirsi, a praticare l’autocoscienza, a trovare il proprio posto nel mondo, a entrare in sintonia con i propri affetti. È questa l’astrologia che fa furore nel mercato del coaching e della consulenza psicologica, degli eventi, dei nomi dei brand e dei cantanti.
Eppure ha ancora bisogno di legittimarsi e di rispondere ad attacchi razional-scientifici perché, nonostante tutto, occupa ancora una nicchia giovanile, radicale, progressista, e non si è ancora scrollata del tutto di dosso l’aura di cartomanzia da televendita che aveva prima. A queste critiche si aggiunge la lunga tradizione di polemica interna agli astrologi, diretta verso l’eccessiva commercializzazione o lo snaturamento di un’astrologia più tradizionale.
L’idea comune dell’astrologia come divinazione del futuro non risponde più alla realtà. La discrepanza tra idee ricevute e pratica sociale è normale, specie se il mondo è troppo complicato e l’argomento non così importante. L’astrologia introspettiva funziona perché crea un senso di comunità, serve a riconoscersi in una condizione comune, solitamente difficile e stressante: “lol me”, “amo noi”, “troppo io”. Diventa uno strumento per conversare, rappresentare una situazione, criticare senza offendere (non usare “quanto sei egocentrico”; usa “tipico atteggiamento da leone”), perfino per parlare dei propri brutti periodi senza vergognarsi troppo, come dice la co-fondatrice di Co-Star, l’app più diffusa al mondo. O ancora per accelerare il processo di ricerca e filtraggio di partner sulle app di incontri, un criterio più o meno casuale né più né meno valido di altri, in modo simile al test delle 16 personalità di Myers-Briggs, che come l’oroscopo moderno deriva dagli archetipi di Jung (vedi più avanti). Infine, serve a diffondere ottimismo a buon mercato, perché gli astri si muovono e non può piovere per sempre e dopo la pioggia torna sempre il sole.
Siamo sicuri che l’astrologia affondi le sue radici nella notte dei tempi? In realtà no, specialmente per quanto riguarda quella praticata e predicata oggi.
Con ciò mi sembra chiaro che non si possa ridurre a fascino irrazionale del magico, che per definizione risponderebbe a momenti di crisi. Anzi, un argomento del genere – che alcune persone, specialmente donne, sarebbero irrazionali – è ovviamente datato dal punto di vista dell’indagine antropologica. Soprattutto ora che i fautori dell’oroscopo non fanno parte delle classi popolari. Anche Theodor Adorno, che fece l’analisi di una rubrica dell’oroscopo, ammise che, per essere una pseudoscienza, l’astrologia finisce per dare consigli di vita quotidiana di buon senso e tutto sommato moderati, a differenza dell’occulto.
Si tratta di un hobby molto diffuso e stranamente non molto polarizzante. L’unica questione, quella della non scientificità, è ritenuta un argomento sfigatissimo da tutte le parti in causa e comunque in odore di mansplaining, perché di solito sono gli uomini etero a criticare l’astrologia (che sia più diffusa tra le donne, sembra essere opinione condivisa da tutti: l’80% degli utenti di Co-Star nel 2019 erano donne). Perfino i più temibili debunker in circolazione osano al massimo prendersela ancora con Paolo Fox. E poi che bisogno ci sarebbe di spiegare condiscendentemente la pericolosità di una pratica puramente divertente? Per confutare una credenza sbagliata e pericolosa?
Le ricerche empiriche mostrano che sono pochi quelli che affermano di crederci. Perfino gli astrologi rifiutano l’idea stessa della credenza. Nicholas Campion, storico culturale e astrologo, ha rilevato che facendo domande sull’esperienza personale, come ad esempio il valore che si dà ai segni del partner o ai consigli degli astrologi, si ottengono molte più risposte positive rispetto a domande che riguardano fatti oggettivi, come quando si chiede se l’oroscopo sia accurato. Discrepanza tra autorappresentazione e pratica. L’accusa alle critiche scientifiche, oltre all’eccesso di serietà fuori luogo, è quella di sconfinare dal proprio ambito. Gli astrologi si lamentano di essere ridotti a pseudo-scienza, quando invece l’oroscopo non può essere verificato empiricamente dato che non si occupa (più) di predestinazione. E poi come parlare di credenza, se si tratta solo di uno strumento? Uno strumento di auto-analisi, per di più, e l’individuo è sacro: cosa c’entra la scienza con le tecniche di introspezione?
Da parte mia, ho il sospetto che le critiche alle critiche scientifiche contengano a loro volta delle superficialità. Si tende a immaginare scienziati che non trovano connessioni letterali tra i pianeti e la vita sulla terra, mentre gli astrologi guardano a un tipo di connessione diverso (c’entra sempre Jung, vedi ancora avanti). In realtà, sono stati fatti esperimenti statistici sulle possibili correlazioni tra segni zodiacali e carattere personale (due esempi), così come sono stati rilevati bias cognitivi che tendono a ignorare gli oroscopi sbagliati. Non è questa la sede per la confutazione scientifica (qui per seguire questo tipo di strada), proprio perché, come già detto, è un processo totalmente fuori moda e inappropriato.
Le sue basi concettuali risuonano con la sensibilità contemporanea: il relativismo culturale (nonostante sia cento per cento occidentale), l’introspezione spirituale e l’enfasi posta sulle potenzialità dell’individuo.
La strada della storia, invece, ha ricevuto poca attenzione. Non c’è bisogno di risalire fino a Tolomeo: quella dell’astrologia contemporanea, fondata su personalità e segno solare, è una tradizione inventata, come afferma anche Campion usando il concetto dello storico Eric Hobsbawm, e risale a poco più di cento anni fa. Una pratica che oggi è così facilmente accettata perché le sue basi concettuali risuonano con la sensibilità contemporanea: il relativismo culturale (nonostante sia cento per cento occidentale), l’introspezione spirituale e l’enfasi posta sulle potenzialità dell’individuo.
L’oroscopo psicologico nasce dall’incontro con l’esoterismo di fine Ottocento e raggiunge il successo con la controcultura degli anni Sessanta. Campion ha ricostruito questa storia in diversi libri. Nel Settecento, l’ideale illuminista di un sapere libero da Stato e Chiesa fu applicato allo studio comparato delle religioni e sorse l’idea che tutti le maggiori divinità maschili derivassero dal culto del sole. Questa teoria si diffuse specialmente in un gruppo di intellettuali anticlericali francesi, che usarono i calcoli di astronomi come Isaac Newton sulla precessione degli equinozi (il lento spostarsi dell’asse di rotazione della terra che fa sì che le costellazioni traslino nel cielo visibile) per calcolare le ere astrologiche. L’idea di una storiografia astrologica fu poi radicalizzata da Godfrey Higgins, che sostenne l’identità tra segno dominante in una certa era e forme della divinità: l’antico culto dei tori avrebbe lasciato spazio a quello dell’ariete e poi a quello dei pesci, simbolo di Gesù. Fino all’era che arriva, quella dell’acquario, che porterà un rinnovamento radicale.
Dal fatto che tutte le religioni siano comparabili derivano due conseguenze alternative: 1. tutte le religioni sono false; 2. tutte le religioni hanno un fondo comune di verità. La seconda opzione è la base dell’esoterismo, quella concezione per cui le grandi religioni conservano un sapere nascosto simile tra loro. Sotto la superficie delle cose (il Divenire), fatta di opinioni e credenze potenzialmente errate, si cela la realtà profonda (l’Essere). L’individuo deve sapere andare oltre le apparenze della cultura dominante e cercare la verità esoterica dentro di sé, nella propria esperienza. Si tratta di una forma di gnosticismo occidentale, fondato sullo studio e la ricerca personale, diverso dallo gnosticismo orientale, fondato sulla meditazione.
Alcuni movimenti cristiani e non cristiani, durante l’Ottocento, come il Trascendentalismo di Ralph Waldo Emerson o la Nuova Chiesa di Emmanuel Swedenborg, misero l’esperienza mistica e la salvezza individuale prima di quella collettiva. Queste tendenze individualiste culminarono nella Società Teosofica, i cui seguaci secondo Adorno erano semi-eruditi, autodidatti e sempre controcorrente. Unendo l’occultismo occidentale a diverse dottrine orientali, la teosofia pose le basi di un sapere controculturale occulto che fu poi riscoperto dalla contestazione degli anni Sessanta. Gli anni Novanta dell’Ottocento erano un periodo florido per l’ambiente bohémien, dove la teosofia in senso lato era molto in voga, ben al di là della Società Teosofica in senso stretto, che esplose in correnti e filoni autonomi. Diversi mistici che ponevano l’accento sul Sé raggiunsero la notorietà negli anni subito successivi, dall’iper-individualista Aleister Crowley allo gnostico Georges Gurdjeff fino al profeta Krishnamurti.
L’oroscopo psicologico nasce dall’incontro con l’esoterismo di fine Ottocento e raggiunge il successo con la controcultura degli anni Sessanta.
L’individuo con la sua esperienza divenne l’arbitro ultimo dell’etica, perché è l’io a fare da tramite con il divino. Da ciò deriva un relativismo culturale estremo che tuttavia non diventa sfiducia, ma sincretismo e olismo (‘è tutto collegato’). Rifiutare la cultura dominante, il mainstream (la società materialista o le religioni tradizionali), spinge a cambiare il mondo, ma a partire dall’individuo. Non serve neanche sottolineare quanto ciò sia in linea con l’attuale società post-postmoderna, dove il relativismo, politico e culturale prima che religioso, si accompagna a una rinnovata domanda di spiritualità, di rifiuto di materialismo e di impegno sociale. Perfino la storia astrologica trova ancora un posto nel tempo apocalittico del Ventesimo e del Ventunesimo secolo, portata avanti dal profeta della lisergia Terrence McKenna, l’uomo alle origini del fenomeno del calendario maya del 2012, e resiste ancora oggi grazie a Richard Tarnas.
È in questo contesto, esoterico, gnostico, controculturale e individualista, che nacque la moderna astrologia, non prima. Specialmente con il passaggio dai complicati calcoli del tema natale alla predominanza del segno solare. Alan Leo è il personaggio chiave di questo passaggio. Prima di lui, le qualità dei segni zodiacali erano più che altro fisiche. William, questo il suo vero nome, scoprì l’astrologia da un erborista. Solo in seguito entro in contatto con la Società Teosofica. A quel punto, capì che tutta la vita derivava dal sole, il dio logos, e che l’esistenza, che ha vari stati di forma e coscienza, era influenzata dai pianeti. Scrisse nel suo Esoteric Astrology (1913) che l’astrologia essoterica si occupa degli effetti materiali degli astri sulla vita (potremmo dire che si occupa del Divenire), e l’astrologia esoterica invece si occupa delle cause, dell’interiorità (l’Essere). L’interiorità è l’anima, l’unità di una singola forma di vita che passa attraverso diversi stadi di reincarnazione.
Secondo Leo, che traeva lo pseudonimo dal proprio segno solare, il carattere di una persona deriva dall’anima, che a sua volta è determinata dagli astri e in special modo dal sole. Per questo, una persona è definita in via primaria dal segno solare. Il sole è il padre-logos, mentre la luna, femminile, regola opinioni e pregiudizi, Giove la coscienza, Marte le sensazioni, e così via. Per Leo, autocomprendersi significava migliorare il presente, e quindi il proprio karma. La volontà individuale entrò decisamente nell’astrologia. Arrivò a dire anche qualcosa di assolutamente sorprendente (per l’epoca, oggi non più): le stelle danno un’inclinazione, ma non obbligano. Anzi, la conoscenza dell’oroscopo libera dal destino.
L’impostazione individualistica di Leo e l’enfasi sul segno solare di ascendenza teosofica era destinata a rimanere. Tuttavia, non avrebbe forse potuto resistere per molto in quella maniera così legata alla tradizione occulta ottocentesca. Ci volle un secondo momento di transizione a portare il vero elemento di modernità per rendere l’astrologia attuale ancora oggi: la psicologia del profondo. Pochi oggi ricordano, pubblicano o leggono Madame Blavatsky o Alice Bailey, le due più importanti personalità della teosofia. Chi, invece, non conosce Carl Gustav Jung? Quanti riescono a parlare tranquillamente di anima e quanti invece di processi inconsci?
L’impostazione individualistica di ascendenza teosofica era destinata a rimanere. Ma a portare il vero elemento di modernità per rendere l’astrologia attuale ancora oggi fu la psicologia del profondo di Jung.
Alan Leo aveva mancato di poco la nuova grande narrazione della modernità; questa fu invece intercettata da un’altra persona. Dane Rudhyar, un compositore francese stabilito in America, arrivò all’astrologia dalla teosofia. Quando scoprì Jung, decise che solo attraverso lo psichiatra svizzero si sarebbe potuto avere una comprensione profonda dell’oroscopo. L’opera più importante di Rudhyar è The Astrology of Personality, del 1936. In quel testo, i riferimenti alla teosofia sono sempre circostanziati e fatti quasi scusandosi, mentre al contrario abbondano i riferimenti al nuovo panorama intellettuale del tempo – oltre a Jung, si trovano Henri Bergson, Bertrand Russell e Werner Heisenberg. Lo stesso anno, l’astrologia del segno solare prendeva la forma commerciale contemporanea: le rubriche fisse dei quotidiani passarono al formato dei dodici segni che si usa ancora oggi.
Rudhyar pensava che il collegamento tra astri e fenomeni naturali cambiasse con ogni era astrologica, e che si fosse ormai arrivati al tempo della psicologia. Quali sono i fenomeni naturali terrestri che hanno una connessione con gli astri? Quelli psicologici naturalmente. Di che tipo di connessione si tratta? Di una connessione non materiale. Anticipando di molto le critiche scientifiche, sostenne già che l’astrologia non fosse empirica. Anche se dei raggi planetari arrivassero effettivamente sulla terra, ciò non spiegherebbe perché Marte o la luna influenzerebbero certe specifiche caratteristiche della personalità e non altre.
In questo modo, si sbarazzò anche di un determinismo troppo accentuato e rozzo. Associando l’astrologia alle scienze e al principio dell’indeterminatezza, cercò di risolvere in chiave moderna il conflitto che era sorto tra il destino della vecchia divinazione e la volontà del nuovo individualismo. Allora distribuì l’agency tra individuo e collettività, in modo analogo alle nascenti scienze sociali. Secondo lui, l’astrologia può mostrare le tendenze intrinseche di un individuo, ma l’effettiva realizzazione della sua propria personalità dipende dal contesto. Come le equazioni matematiche funzionano pur non indicando il referente concreto dei simboli, così l’astrologia indica un processo ancora virtuale. L’astrologia dovrebbe combinarsi con la psicologia: se la prima fornisce la formula latente della personalità, la seconda ne analizza i contenuti concreti.
Da un lato, le scienze empiriche seguono quella che chiama la “logica intellettualistica”, che tratta solo parti, dall’altro l’astrologia filosofica segue una logica olistica che tratta gli interi. Gli interi sono le anime, ovvero una coscienza unificata da un peculiare tempo individuale: la durata bergsoniana. È un tempo non misurabile, creativo, partecipativo, alla base dell’esistenza dell’individuo stesso. Ognuno percepisce il mondo, da un lato tramite categorie intellettuali, dall’altro tramite intuizioni olistiche che passano dai simboli, come quelli dell’astrologia. L’astrologia della personalità non può essere una scienza perché si riferisce agli interi; diverso è il caso dell’astrologia collettiva o storica che si riferisce al mondo (al Divenire), perché l’influenza degli astri si potrebbe testare empiricamente.
Associando l’astrologia alle scienze e al principio dell’indeterminatezza, Rudhyar cercò di risolvere il conflitto che era sorto tra il destino della vecchia divinazione e la volontà del nuovo individualismo.
Rudhyar, dunque, non rifiutava la scienza (la psicologia ne fa parte), anzi la ammirava. Però costruì una nicchia intellettuale separata per l’astrologia, che possiede finalità e metodi diversi dalla scienza. Le intuizioni simboliche della coscienza non seguono la logica della causalità. La connessione tra pianeti e fenomeni psichici è di un altro tipo e si riferisce alla sincronicità junghiana. Qualcosa che nasce in un certo momento ha le qualità di quell’istante di tempo. “Ciò che viene determinato dall’astrologia è solo una corrispondenza olistica e una relazione processuale sincronica tra macrocosmo e microcosmo, tra la persona universale che qualcuno chiama Dio e la persona particolare che è l’uomo. Il processo vitale avviene sia nell’universale che, allo stesso tempo, nella miriade dei particolari”.
La posizione del sole al momento della nascita indica il luogo della psiche dove la forza del sé è più forte. Poi ci sono i pianeti della coscienza causale (Saturno, Marte e Giove), i pianeti della coscienza femminile, completatori dei processi (Venere, Mercurio e Luna). Gli altri sono i pianeti dell’inconscio, che sono stati scoperti in modo simile all’inconscio stesso: alcune anomalie di Urano furono spiegate ipotizzando l’esistenza di Nettuno così come certe anomalie psicologiche furono spiegate tramite l’esistenza di un regno psicologico ulteriore. I movimenti dei pianeti – diretto, stazionario o retrogrado – sono indice della psicodinamica, cioè dei movimenti dell’energia psichica. Ad esempio, un pianeta retrogrado indicherà che la libido si muove verso l’inconscio disattivando così il potere del pianeta. Mercurio è legato all’intelligenza e dunque mercurio retrogrado indicherebbe una mente rivolta all’interno, verso l’inconscio collettivo, oppure solo un periodo in cui la mente è meno reattiva.
Il grande rivolgimento dell’astrologia operato da Rudhyar rimase minoritario, offuscato dal diffondersi di un’astrologia semplicistica basata sull’oroscopo di quotidiani e rotocalchi. La situazione cambiò con la controcultura della fine degli anni Sessanta. La sua popolarità crebbe enormemente grazie all’interessamento di diverse personalità del nascente mondo californiano del New Age (come José Arguelles, anche lui coinvolto con il calendario Maya), fatto di centri di educazione alternativa, nuove sette religiose, filosofie sincretistiche. Le conferenze che Rudhyar tenne alle università di Stanford e di Berkeley e all’istituto Esalen divennero sempre più partecipate e i suoi libri divennero popolari ben oltre il ristretto mondo degli astrologi, per esempio con la pubblicazione in formato tascabile dell’Astrologia della personalità. In quegli anni pubblicò altri libri che descrivevano una vera e propria filosofia fondata sui simboli dello zodiaco, sui simboli sabiani e sugli archetipi che in qualche modo governano tutte le fasi dell’esperienza della persona. Libri come The Planetarization of Consciousness (1970) e An Astrological Mandala (1973), ormai dimenticati, forse perché raggiungono un grado di tecnicismo tale da renderne difficile la comprensione. Questa è un’altra tipica caratteristica del mondo dell’astrologia: si fonda su un’idea semplice ma presenta a chi cerca di capirne il meccanismo regole sempre più complesse.
L’importanza dell’astrologia di Rudhyar è nell’enfasi che mette sul modo in cui l’individuo si approccia al mondo. Oggi, gli astrologi sono coach psicologici: invece che prescrivere azioni da fare o da evitare, cercano di rivelare le tendenze della personalità al fine di comprendersi, accettarsi e vivere più pienamente. La forza e la determinazione del singolo individuo restano determinanti, come in ogni terapia, e il destino non fa più paura. In realtà, Rudhyar non escluse totalmente un’astrologia che potesse effettivamente dirigere le azioni delle persone, ma solo per coloro che non riuscissero ad avere il controllo della propria vita (anche questa ricadrebbe allora in un tipo di astrologia testabile empiricamente). L’astrologia della personalità, invece, non serve a evitare pericoli inaspettati e momenti traumatici, ma a comprendere il valore trasformativo che possono avere nella vita di ognuno. Alan Leo e Dane Rudhyar sono stati fondamentali nella formazione di quello che oggi è sempre di più il mainstream dell’astrologia ed è incredibile come siano stati quasi completamente dimenticati e i loro libri difficilmente ripubblicati.
La popolarità di Rudhyar crebbe grazie all’interessamento del mondo californiano del New Age, fatto di centri di educazione alternativa, nuove sette religiose, filosofie sincretistiche.
Oggi capita che sia più facile dichiararsi spirituali che religiosi. La spiritualità spesso passa per le religioni orientali (o parti di esse), di solito con l’idea di integrare mancanze della cultura occidentale. A volte questo porta ad avere un doppio standard: si tende a ridicolizzare i miracoli di Gesù, perché mainstream, e nello stesso tempo non essere disturbati da quelli che racconta, per esempio, uno dei primissimi libri sulla spiritualità orientale ad avere grande successo in occidente, L’autobiografia di uno Yogi, tanto adorato da Steve Jobs. Tuttavia, non mancano persone che si dichiarano sia religiose che spirituali, e soprattutto, rispetto agli Stati Uniti, l’Europa è ancora più religiosa che spirituale, e più atea che spirituale. Ma è chiaro che la spiritualità, opposta alla religione organizzata, è qualcosa che ha da tempo un posto stabile nel mondo occidentale.
Ciò riguarda sia le credenze che le pratiche. Credere è un concetto sfumato: si fa quello che si crede possa metterci in connessione con se stessi o con gli altri. L’astrologia è una tra le tante tecniche spirituali insieme a wicca, stregoneria, tarocchi, numerologia, voodoo, I Ching, aromaterapia che sono inserite nelle normali routine occidentali e fanno parte di un movimento decennale verso la cultura del wellness. Sono pratiche che hanno origine in ‘crescite’, ‘scoperte, ‘realizzazioni’ individuali – o supposte tali: spesso è l’algoritmo che porta a incontrare il witchcraft o l’oroscopo profondo dei segni sabiani, fosse pure l’“algoritmo” della vita vera che mette i libri di Jung nella libreria di famiglia. Ci sono ancora i caratteri del New Age: autodidattismo, automiglioramento, olismo e relativismo.
È chiaro che non si sta parlando di una spiritualità di stampo conservatore, anzi. Gli influencer di questo settore chiamano spesso all’azione su temi quali femminismo, razzismo, relazioni tossiche e benessere mentale. Nonostante il movimento New Age sia considerato il risultato storico del riflusso, ovvero il ritrarsi dalla politica militante per guardarsi all’interno, ciò è certamente vero per quel periodo (gli anni Ottanta), ma attualmente le più impegnate politicamente sono le persone spirituali – più dei laici anche se meno dei religiosi – con un interesse per una o più di queste pratiche (che forse non ha più senso definire New Age, vista la loro diffusione ben al di là dell’idea di una nuova era). Ha dunque ragione Campion a parlare di controcultura: cambiare se stessi serve a cambiare il mondo, contro le concezioni dominanti.
Uno dei temi sociali più presenti è quello del femminismo. Basti vedere l’astrologa più famosa del momento: la canadese Chani Nicholas. Esistono decine di esempi di astrologi transfemministi che vedono la pratica come un percorso di uscita dal patriarcato, che è effettivamente un frame interpretativo della mente. Il culto della luna, il pianeta femminile che si oppone al sole, astro dominante maschile, è parte della cultura wicca e di alcune forme di astrologia. È interessante notare come l’astrologia sia stata prevalentemente maschile fino all’ascesa dell’astrologia psicologica. Secondo questa tesi, a cavallo tra Ottocento e Novecento, le donne furono marginalizzate all’interno della comunità degli psicologi, così come fu marginalizzata la psicologia del profondo a discapito della scuola del comportamentismo. L’interesse femminile per la psicologia profonda si trovò spinto ai margini, dov’era anche l’astrologia. Così, ad esempio, la prima famosa astrologa, Evangeline Adams, veniva pubblicata in America dallo stesso editore di Freud e Jung. Oggi, la femminilizzazione dell’astrologia sarebbe secondo alcuni un modo per offrire un luogo libero e sicuro all’espressione della donna, cosa che spingerebbe gli uomini a non prenderla seriamente.
Oggi capita che sia più facile dichiararsi spirituali che religiosi. L’astrologia è una tra le tante tecniche spirituali che fanno parte di un movimento decennale verso la cultura del wellness.
L’astrologia va presa seriamente. È abbastanza diffusa per esserlo. Si può parlare di astrologia senza essere, o senza essere bollati come podcast bro, wannabe whistleblower o maschio etero occidentale che spiega cose? O senza sentirsi rispondere che è un giocooo? Perfino Breszny dice che ci crede solo al 70% e si difende dalle critiche grazie all’ironia/non-ironia. Però ha ragione quando dice che l’astrologia è reale: vera e reale quanto la tua immaginazione e quanto le storie che ti racconti sulla tua vita. Ma proprio per questo bisogna fare attenzione a chi crea le storie che ci plasmano, da dove le prende, come le costruisce e perché. (Nessuno sa chi sia e da dove venga Breszny).
L’astrologia, con i meme e tutto il resto, ha un feedback sull’immagine che si ha di se stessi. Uno dei pochi esperimenti che trovava una leggera correlazione tra personalità e segno solare va interpretato in questo senso (discusso qui). Lauren Oyler nel suo articolo dice che la nuova astrologia non è passiva, però nega una vera agency al soggetto perché insinua che prendere controllo di se stessi sia facile: basta identificarsi. Ovvero assumere attivamente le proprie caratteristiche che però sono inevitabili. Un paradosso. Certo, accettarsi è importante, ma perché dovrei accettare qualcosa che qualcun altro ha detto essere il mio carattere inevitabile? È l’illusione della libertà. Lo stesso si può dire della declinazione astrologica del femminismo, dove la potenzialità dell’individuo è chiamata empowerment ma allo stesso tempo è diretta da eventi e interpretazioni esterne. È importante sostituire le cattive narrazioni, come il patriarcato, ma con cosa si vogliono sostituire? Sostituire i vecchi maestri sì, ma chi sono i nuovi?