M odificare il DNA in modo accurato, efficace ed economico. Da quando nel 1953 Watson e Crick descrissero la struttura a doppia elica dell’acido desossiribonucleico, questo è stato il sogno di ogni biologo molecolare. La svolta arriva nel 2012, quando un articolo pubblicato da Science afferma: “Il nostro studio evidenzia la possibilità di sfruttare il sistema per editare il genoma in modo RNA-programmabile”. Ciò che intendono Jennifer Doudna ed Emmanuel Charpentier, le due firmatarie dell’articolo, è che hanno messo a punto un metodo che permette di tagliare il DNA con una precisione che non ha precedenti nella storia delle biotecnologie. Il “sistema” si chiama CRISPR/Cas9, spesso abbreviato in CRISPR. Per Science è la “scoperta dell’anno 2015”, per i ricercatori di tutto il mondo una freccia importante da aggiungere al proprio arsenale metodologico. Ormai è certo, anche se non tutti lo sanno: siamo entrati nell’era dell’editing genomico.
E l’uomo creò l’uomo (Bollati Boringhieri), il primo saggio divulgativo sul tema pubblicato in Italia, lo ha scritto Anna Meldolesi, biologa e giornalista. Il libro è un viaggio nel mondo di CRISPR, un’esplorazione accurata del microcosmo molecolare nel quale il sistema agisce, un itinerario nel campo sterminato delle applicazioni, in corso o possibili, dell’editing genetico e una panoramica appassionante sui protagonisti della vicenda – quelli che l’autrice chiama “eroi del new biotech” –, attualmente in attesa di una chiamata da Stoccolma. Un testo chiaro, accessibile e, al tempo stesso, accattivante: fra gli ingredienti della ricetta c’è senza dubbio l’entusiasmo dell’autrice, in grado di restituire al lettore sia l’ondata di eccitazione che ha attraversato la comunità scientifica mondiale dopo la scoperta, sia la presa di coscienza da parte dei gruppi di ricerca del potere, reale e potenziale, che l’editing genomico porta con sé.
CRISPR è una metodologia che ha pochi anni d’età ed è, in larga parte, ancora poco conosciuta fuori dall’ambiente scientifico. Uno degli aspetti più interessanti di E l’uomo creò l’uomo è il tentativo – pienamente riuscito – di spiegare che cos’è CRISPR, come agisce e in che modo si potrà utilizzare anche a chi non è avvezzo a termini come “DNA ricombinante” o “nucleasi”. Il campo è, per così dire, sgombro; bisogna riempirlo. La similitudine più utilizzata per esporre il funzionamento è quella “redazionale”: CRISPR permette ai ricercatori di editare il DNA come se fosse un testo, come con la funzione “copia e sostituisci” in un programma di videoscrittura. “La sua efficacia”, scrive Meldolesi, “sta proprio nell’essere multifunzionale: una bussola per individuare il bersaglio, una morsa per tenerlo fermo, un paio di forbici molecolari per recidere”.
Anna Meldolesi si muove bene in un mondo, ai confini tra scienza e società, in cui la buona comunicazione è fondamentale: bisogna prestare molta attenzione alla traduzione dei termini, ai temi che sono dei veri e propri campi minati, al sensazionalismo di bassa lega.
I vantaggi rispetto alle precedenti tecnologie d’intervento sono molteplici: il sistema CRISPR/Cas9 e le numerose varianti apportano modifiche precise e puntuali, sono relativamente semplici da utilizzare e possono agire in modi differenti: eliminare specifiche sequenze di DNA, apportare dei ritocchi utilizzando un altro filamento di DNA come stampo, oppure integrare una nuova sequenza proveniente da una specie diversa (ottenendo, in questo caso, un prodotto transgenico).
L’avvento di CRISPR ha toccato ogni settore della ricerca biotech. Come scrive Meldolesi nelle ultime righe del suo libro, grazie alla versatilità e al potenziale ancora inespresso di questa tecnologia è possibile “sognare una nuova biologia”. Nei capitoli precedenti, quelli che costituiscono il cuore del libro, vengono discussi gli aspetti applicativi di CRISPR/Cas9, con particolare attenzione alla terapia genica, dove la sfida, ovviamente, non si fa soltanto scientifica: man mano che CRISPR ha conquistato i laboratori di tutto il mondo, sono scaturiti i primi dilemmi etici e i dubbi su alcune applicazioni, in primis quelle riguardanti la linea germinale umana, vale a dire modifiche ereditabili da tutta la discendenza. I rischi, quelli che Meldolesi definisce i “tiri di sponda” di uno specifico intervento, devono essere attentamente valutati, caso per caso. Certo è che la posta non è bassa: in gioco ci sono interessi economici considerevoli, prestigio e la volontà di spingere in avanti la ricerca laddove alcune conquiste paiono, grazie a CRISPR, a portata di mano.
Anna Meldolesi si muove bene in un mondo, ai confini tra scienza e società, in cui la buona comunicazione è fondamentale: bisogna prestare molta attenzione alla traduzione dei termini (per esempio: CRISPR è maschile o femminile?), ai temi che sono dei veri e propri campi minati, al sensazionalismo di bassa lega. CRISPR è una tecnica che molti hanno definito rivoluzionaria: i campi applicativi sono innumerevoli e in molti laboratori cinesi e inglesi già si lavora sugli embrioni umani. L’uomo creerà l’uomo, dunque: serviranno allora quadri regolatori riadattati, nuove versioni di CRISPR, più efficienti di quelle già disponibili e, soprattutto, opere di sensibilizzazione del grande pubblico. Il primo passo sarà l’informazione e il libro di Anna Meldolesi, tempestivo e utile quanto accessibile, è in grado di dissipare gran parte delle paure ingiustificate e, al tempo stesso, di porre le domande giuste. “Chi ha il diritto di decidere cosa sia meglio per ciascuno di noi? E poi: chi ci guadagna da questi progressi, chi perde, chi resterà deluso?”. Forse in futuro, grazie anche a CRISPR, creeremo un’umanità migliore ma, come puntualizza l’autrice, dovremo farlo a partire da ciò che “le persone pensano e vivono nel mondo reale”.