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a scommessa psichedelica, raccolta di saggi uscita a novembre per Quodlibet, si presenta con un disegno in copertina. Due bambini e due bambine sono alle prese con un compito speciale. Una bambina tiene una mappa tra le mani, gli altri si passano dei bidoni di latta. Sembrano pronti a svolgere la missione con puntualità e massima cura. I bidoni di latta contengono LSD. L’LSD viene versato all’interno di una cisterna, probabilmente di un acquedotto. Non si tratta di uno scherzo per fare dispetto agli adulti, ma di un progetto ambizioso: cambiare il corso della storia.
Il proposito di diffondere le sostanze psichedeliche, di contribuire alla loro conoscenza e utilizzo, è una fantasia consueta in chi ne ha fatto esperienza. L’assuntore ha l’urgenza di condividere con l’umanità un segreto. Vorrebbe parlarne con tutti, attaccarsi al telefono o aprire la finestra e urlare al mondo che esiste una possibilità. Pensa che le sostanze psichedeliche possano portare la pace in terra e capovolgere il punto di vista dei governanti. Il curatore del volume, Federico Di Vita, cita due episodi nel saggio introduttivo. Risalgono entrambi agli anni Sessanta ed è interessante inquadrarli nella temperie della guerra fredda. Il primo: il poeta Allen Ginsberg nel 1960 assaggia per la prima volta il principio attivo dei funghi magici e ne resta così sconvolto che vorrebbe parlarne per telefono con qualche capo di stato. Il secondo riguarda una famosa intervista del 1967 in cui Paul McCartney, durante la promozione dell’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, dichiara: “Avremmo un mondo completamente nuovo se i politici assumessero LSD. Non ci sarebbero più né guerre né povertà né fame”. Negli stessi anni, l’attrice Linda Christian si diverte a versare una goccia di LSD nel bicchiere degli amici, compreso il bicchiere di re Hussein di Giordania poco dopo la guerra dei sei giorni. Lo racconta in un’intervista la cantante Romina Power, sua figlia: “Nell’estate del ’67 mia madre era stata invitata dal re Hussein di Giordania, che era un suo grande ammiratore, a passare le vacanze ad Aqaba, sul Mar Rosso […] Un giorno, dopo cena, non so cosa le sia venuto in mente ha infilato di nascosto delle gocce di LSD nel tè del re”.
L’entusiasmo di Ginsberg, l’irenismo di McCartney e la goliardia di Linda Christian sono casi di un’epoca incline alla meraviglia, temeraria e trascorsa da un pezzo. Ma la storia non è finita. Il volume La scommessa psichedelica – al quale hanno partecipato, tra gli altri, scrittori, critici e giornalisti di varia provenienza – si propone di comunicare di nuovo al pubblico quella sorprendente possibilità di guarigione, individuale e collettiva, che è contenuta nelle sostanze psichedeliche e della quale si è tornato a discutere con autorevolezza in questi ultimi anni. Sulle qualità terapeutiche dell’LSD o della psilocibina sono usciti innumerevoli studi, poi divulgati in conferenze pubbliche e TED Talk o in opere come il fortunato Come cambiare la tua mente del giornalista e saggista Michael Pollan.
Il fantasma della catastrofe climatica e la pandemia, che porta con sé la conseguenza di un’emergenza psichiatrica globale, pongono con più impellenza il tema dell’angoscia e di una coesistenza con l’inimmaginabile, che possono trovare un contravveleno anche nella terapia psichedelica. Ilaria Giannini, nel convincente saggio Rompere gli schemi: la cura psichedelica alla depressione, scrive con precisione e sensibilità sul potere terapeutico degli psichedelici. Viene ricordato, tra gli altri, il lavoro di Robin Carhart-Harris, ricercatore alla guida di una equipe all’Imperial College di Londra. A Carhart-Harris si devono una serie di studi neurologici rivoluzionari sulle sostanze psichedeliche e sul loro impiego nella cura della depressione:
Nel 2017 il gruppo di ricerca di Carhart-Harris ha poi pubblicato su Scientic Reports i risultati di un’altra sperimentazione che questa volta fotografa le conseguenze della psilocibina sul cervello depresso. La sostanza viene somministrata sempre in due dosi da 10 e 15 mg, assunte a una settimana di distanza e accompagnate da un supporto psicologico, a diciannove pazienti che soffrono di depressione resistente. Tutti vengono sottoposti alla risonanza magnetica funzionale (fMRI) prima e dopo il trattamento: il confronto tra le immagini del cervello ottenute mostra cambiamenti nell’attività cerebrale associati alla riduzione significativa dei sintomi depressivi […] la psilocibina agisce in due modi. Intanto diminuisce l’afflusso sanguigno cerebrale (CBF) all’amigdala, che è coinvolta nell’elaborazione delle emozioni come la paura, la rabbia e l’ansia, rendendola così meno attiva. Ma soprattutto blocca il Default Mode Network (DMN), la rete neurale che si accende quando il cervello è a riposo ed è legata alle attività più introspettive, come accedere ai propri ricordi e riflettere sulle proprie emozioni. Diversi studi hanno provato che le persone depresse hanno un DMN iperattivo, come assorbito in una costante ruminazione che conduce a una spirale di pensieri negativi e ripetitivi a cui è impossibile sfuggire.
Anche un signore distinto dalla fronte ampia e il sorriso contagioso, padre di sette figli, spesso fotografato in camice bianco, cioè l’oncologo Umberto Veronesi, in un post del 2015 dal titolo Le droghe psichedeliche possono essere buoni farmaci, si era detto favorevole a una riclassificazione, in modo da consentire lo studio e la sperimentazione:
La ricerca medico-scientifica deve essere libera. Perciò condivido l’appello che gli psichiatri del King’s College di Londra hanno lanciato con un articolo pubblicato dall’autorevole British Medical Journal: “riclassificare” le droghe psichedeliche come la Lsd, la psilocibina e la mescalina, cioè includerle in una tabella che consenta d’indagare il loro potenziale terapeutico in psichiatria e neuroscienze. Potrebbero infatti essere molto utili per curare parecchi disordini mentali, tra cui il disturbo ossessivo-compulsivo, l’ansia esistenziale, i problemi dello sviluppo della personalità, e perfino quel micidiale mal di testa che è la cefalea a grappolo. Per finire, queste sostanze potrebbero avere una grande efficacia anche nel dare sollievo ai malati terminali.
È curioso notare come Umberto Veronesi, nelle tante foto in cui esplode in un magnifico sorriso di fronte all’obbiettivo, finisca per avere un che, s’intende fisicamente, di Timothy Leary, ricercatore psicologo, scrittore, agitatore e precursore degli studi sulle sostanze psichedeliche. Non fosse per la pelata del primo, in alcuni scatti Leary e Veronesi sembrano la stessa persona, accomunati dal fuoco di una positività che dipinge sul volto una identica e raggiante espressione di ottimismo. Anche Timothy Leary, infatti, aveva l’abitudine di sfoderare un generoso sorriso di fronte al fotografo, come per contagiare chi guarda e trascinarlo in una grande fuga avventurosa, traboccante di luce e positività. Fu tuttavia il famoso sociologo Marshall McLuhan, si legge in La scommessa psichedelica, a consigliare Leary di mostrarsi sempre sorridente: “Ogni volta che ti fotografano, tu sorridi. Saluta con la mano, in modo rassicurante. Emana coraggio […]”. La comparsata di McLuhan nella favola prova la quantità e varietà di alleanze conquistate negli anni Sessanta dalla causa psichedelica. Non solo. Il sociologo doveva aver intuito che la battaglia scientifica e culturale in favore delle sostanze psichedeliche avrebbe sbattuto contro il muro del conservatorismo e perciò l’evangelista, per vendere il prodotto, avrebbe dovuto imparare qualche banale trucco da mercante. Anche Silvio Berlusconi, viene da aggiungere, consigliava al venditore di Publitalia di mostrarsi al cliente in forma splendente, come se avesse “il sole in tasca”, e non ci si stupirebbe se certe vivide metafore usate nel marketing, anche qui in Italia, abbiano avuto una lontana origine da qualche parte in California, negli anni Sessanta, lì dove l’esplosione psichedelica ha prodotto le scintille che hanno generato, tra l’altro, il personal computer, il world wide web e dispositivi come il mouse.
L’aneddoto di Leary e McLuhan è uno dei tanti raccolti in La scommessa psichedelica, volume che ha il pregio di regalare al lettore una vastissima gamma di prospettive critiche, chiavi di lettura, storie, aneddoti e racconti di esperienze personali, collegati da una scrittura sempre attenta, ispirata e cristallina, al di là della eterogeneità delle voci. Al libro hanno preso parte, tra gli altri, una ricercatrice e organizzatrice di Festival musicali come Chiara Baldini, gli scrittori e critici letterari Vanni Santoni, Peppe Fiore, Francesca Matteoni e Carlo Mazza Galanti, la giornalista scientifica Agnese Codignola, il conduttore radiotelevisivo Edoardo Camurri, Marco Cappato del Partito Radicale e Silvia Dal Dosso e Noel Nicolaus del collettivo Clusterduck, autori di un saggio vertiginoso sulle affinità tra internet, memetica e psichedelia. Secondo i due del collettivo Clusterduck, le altissime sedimentazioni di significato che possiamo trovare in un meme particolarmente stratificato, sarebbero in qualche modo parenti della forma di conoscenza simultanea che è possibile attraversare nell’esperienza psichedelica.
La democraticità e l’esuberanza della vicenda psichedelica è documentata dalla diversità delle figure che si sono incontrate lungo i suoi sentieri: scrittori e attivisti con artisti, musicisti con scienziati e pionieri informatici, e soprattutto, come sottolineato nel saggio di Andrea Betti, ciò che oggi non può che apparirci come un fatto eccezionale, e cioè tantissimi individui di estrazione popolare e proletaria che aspiravano a un percorso di gnosi:
questo “proletariato psichedelico” che partiva per l’India o per il Nepal negli anni ’80 completamente sprovveduto e affamato di esperienze […]. Idraulici Mistici, Disoccupati Baba, che vedevano nella tuta arancione da operaio comunale, indossata ogni mattina a lavoro, le premesse di un destino o la reminiscenza di una vita passata di samnyasin e per tale ragione si licenziavano.
Risale al 186 a.C. la prima persecuzione di massa documentata contro la pratica degli stati alterati di coscienza. Si tratta di un episodio della storia romana noto come l’affaire dei Baccanali. In questi ultimi anni, dopo un lungo ciclo storico caratterizzato dallo stigma, intorno agli psichedelici si è creata un’atmosfera di attenzione e favore: lo scienziato ha cominciato a vedere con gli strumenti che gli sono propri ciò che era già chiaro allo sciamano. Inoltre è significativo che un ritorno d’interesse in ambienti di tipo scientifico, giornalistico e accademico, sembra aver addolcito gli atteggiamenti settari e orgogliosi di certa controcultura, favorendo un contatto e una mescolanza tra gruppi diversi, il che è un esperimento assolutamente positivo e coerente con la logica psichedelica.
Lucy in the Sky with Diamonds: nella vulgata la psichedelia è volo, gioia e colore, ma nelle curve più profonde dell’esperienza resta un mistero inattingibile e interno alla sfera del sacro. Che cosa avrà mai voluto suggerire, per esempio, la scrittrice Elsa Morante con la malinconia dell’acronimo da lei coniato “La Sera Domenicale”?