Rivolte senza rivoluzione
Una conversazione con Vincent Bevins, autore di Se noi bruciamo. Dieci anni di rivolte senza rivoluzione.
Canzoni del mondo perso
Sedici anni dopo, il nuovo disco dei The Cure.
Nell’ombra opaca del linguaggio
Esperruquancluzelubelouzerirelu e altre considerazioni su uno strano libro di Agamben e la lingua all’ingrasso di Rabelais e Teofilo Folengo.
Il pubblico bene
Una performance sul colonialismo in Sardegna.
Estrattivismo e patriarcato
Sul legame tra violenza ambientale e violenza di genere.
Su Gisèle Pelicot
La narrazione pubblica della violenza sessuale e la ricerca delle icone.
Lo stile dell’abuso
Un estratto dalla nuova edizione del saggio di Raffaella Scarpa.
La Parola della Settimana
tornata
tornata tornata s. f. [der. di tornare; nel sign. 3, dal provenz. tornada]. – 1. a. ant. o pop. Ritorno: nel suo letto il mise e dissegli che quivi infino alla sua t. si stesse (Boccaccio); fare t., fare ritorno. b. T. lattea, sensazione di calore alla mammella, e di puntura al capezzolo, che avverte la nutrice quando, attaccato il bambino al seno, la secrezione lattea si accentua. 2. Seduta, adunanza di un’accademia, di un’assemblea, ecc.: le t. dell’accademia della Crusca; t. ordinaria, straordinaria. Il termine, oggi poco com., era ancora usato in alcuni atti ufficiali della Camera dei deputati fino al 1938 e del Senato fino al 1933 (oggi seduta). Riferito talora, per estens., anche a turni di elezioni (politiche, amministrative, ecc.): prima, seconda t. elettorale. 3. ant. Il commiato o congedo della canzone provenzale, e per estens. della canzone antica in genere, che nel tipo più frequente ripete lo schema della parte finale della stanza.