Giocare alla fine del mondo
Il gioco tra pratica improduttiva e attitudine alla sovversione.
In difesa del suolo
Sul legame tra cementificazione e alluvioni: un estratto da Dalla parte del suolo.
La finestra sull’orrore
Familia di Francesco Costabile, o come raccontare la violenza domestica al cinema.
E Konrad Lorenz incontrò il nazismo
La vita straordinaria del pioniere dell’etologia, tra svolte epocali e il peso di un passato scomodo.
Vietato invecchiare
Paradossi e contraddizioni nel rapporto tra capitalismo e longevità.
Sangue finto in vendita
Problemi narrativi e rappresentativi in The Substance di Coralie Fargeat.
La Parola della Settimana
tornata
tornata tornata s. f. [der. di tornare; nel sign. 3, dal provenz. tornada]. – 1. a. ant. o pop. Ritorno: nel suo letto il mise e dissegli che quivi infino alla sua t. si stesse (Boccaccio); fare t., fare ritorno. b. T. lattea, sensazione di calore alla mammella, e di puntura al capezzolo, che avverte la nutrice quando, attaccato il bambino al seno, la secrezione lattea si accentua. 2. Seduta, adunanza di un’accademia, di un’assemblea, ecc.: le t. dell’accademia della Crusca; t. ordinaria, straordinaria. Il termine, oggi poco com., era ancora usato in alcuni atti ufficiali della Camera dei deputati fino al 1938 e del Senato fino al 1933 (oggi seduta). Riferito talora, per estens., anche a turni di elezioni (politiche, amministrative, ecc.): prima, seconda t. elettorale. 3. ant. Il commiato o congedo della canzone provenzale, e per estens. della canzone antica in genere, che nel tipo più frequente ripete lo schema della parte finale della stanza.