Quella strana cosa che è l’umanità
Precarietà e intersoggettività della nostra condizione: un estratto da Essere o non essere umani.
Primo Levi e gli abissi della storia innaturale
Alla riscoperta del volto irrazionale dello scrittore civile.
Nei mari del Sud
Presenza umana, specie aliene e rewilding ai confini del mondo: un reportage dalle isole sub-antartiche francesi.
Perché il riscaldamento globale è la nuova lotta di classe
Tutti i numeri delle disuguaglianze ambientali e climatiche: un estratto da Manifesto ecosocialista.
Ossessionati dal personal branding
Come la spinta esasperata alla promozione di noi stessi e del nostro lavoro ci sta rovinando l’esistenza.
La vita oltre l’orologio
Una conversazione con l’artista Jenny Odell, autrice di Salvare il tempo.
Narrazione liquida
La letteratura combinatoria di Olga Tokarczuk.
La Parola della Settimana
tornata
tornata tornata s. f. [der. di tornare; nel sign. 3, dal provenz. tornada]. – 1. a. ant. o pop. Ritorno: nel suo letto il mise e dissegli che quivi infino alla sua t. si stesse (Boccaccio); fare t., fare ritorno. b. T. lattea, sensazione di calore alla mammella, e di puntura al capezzolo, che avverte la nutrice quando, attaccato il bambino al seno, la secrezione lattea si accentua. 2. Seduta, adunanza di un’accademia, di un’assemblea, ecc.: le t. dell’accademia della Crusca; t. ordinaria, straordinaria. Il termine, oggi poco com., era ancora usato in alcuni atti ufficiali della Camera dei deputati fino al 1938 e del Senato fino al 1933 (oggi seduta). Riferito talora, per estens., anche a turni di elezioni (politiche, amministrative, ecc.): prima, seconda t. elettorale. 3. ant. Il commiato o congedo della canzone provenzale, e per estens. della canzone antica in genere, che nel tipo più frequente ripete lo schema della parte finale della stanza.